In Australia, al Princess Alexandra Hospital (Brisbane), è stato eseguito con successo il primo impianto di tibia stampata in 3D. Una chance colta a braccia aperte dal ventisettenne Reuben Lichter al quale, dopo una grave infezione alla gamba destra, l’unica opzione rimasta sembrava essere l’amputazione sopra al ginocchio. Pur di salvare la gamba, Lichter ha acconsentito a questa procedura sperimentale e, finalmente, due settimane fa è stato sottoposto all’ultimo di una serie di cinque interventi, effettuati nell’arco di sei mesi.
Quest’ultimo intervento, durato ben 14 ore, ha assicurato il necessario afflusso di sangue affinché il nuovo osso possa crescere intorno allo “scaffold” stampato in 3D. La gamba è stata così salvata.
Il giovane australiano ha dovuto affrontare l’insorgenza spontanea di una osteomielite tibiale, una grave infezione che colpisce le ossa e la relativa cavità midollare, che ha distrutto la maggior parte della tibia destra. In questi casi, la procedura convenzionale consiste nell’amputazione sopra al ginocchio. Non era di questo parere il chirurgo plastico, del Princess Alexandra Hospital, Dr Michael Wagels, che era convinto di poter salvare la gamba grazie all’impianto di uno scaffold stampato in 3D, ricoperto di tessuto biologico, intorno al quale sarebbe potuto crescere un nuovo osso. Lo scaffold, lungo 36 cm, è stato progettato alla Queensland University of Technology e successivamente stampato a Singapore; vari prototipi sono stati testati prima dell’impianto del modello definitivo.
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